INTELLIGENZA E SENSUALITÀ: DOBBIAMO PROPRIO SCEGLIERE TRA L'UNA E L'ALTRA?

Le tre sorelle della serie TV "Occhi di Gatto": 
per provocare un po', scelgo donne "immaginarie"
per dare un volto a quell'alchimia di intelligenza
e femminilità a cui mi riferisco nel post. Gli 
esempi reali provate a trovarli voi, se vi riesce!
Oppure incarnateli...

Chi aspira allo sguardo lucido della civetta di Minerva, osserva la realtà. Chi aspira anche ad una realtà più luminosa, si chiede cosa ci sia di poetico e cosa invece non lo sia affatto, nel mondo che osserva.
Ho pensato così di iniziare i miei post con queste due espressioni: "Non vedo poesia in..." e "Vedo poesia in...". Un modo per tracciare una mappa, ma una mappa disegnata a matita. Perché il desiderio è di vedere la poesia crescere, nella realtà tutta. Dunque le convinzioni troppo rigide su ciò che irradia bellezza e su ciò che non la contiene affatto... sono un ostacolo, non un aiuto. Sono uno spirito romantico e dentro me, inestinguibile, sento la certezza che tutto ciò che ci circonda si stia evolvendo secondo un piano misterioso di cui ancora poco sappiamo. Non ho dubbi quindi che quei luoghi e quelle persone in cui oggi non vediamo poesia, possano conquistarla domani. Così, posso solo tracciare sulla sabbia effimere note su ciò che osservo oggi, augurandomi dentro me che già domani le onde del mare possano far svanire quelle scritte sulla sabbia perché non più capaci di riflettere il mondo. 

Inizio così da ciò che il mio sentire avverte oggi, nel guardarmi intorno. Il mio sguardo cade sul nostro modo d'essere donne. Un modo sovente  assai bizzarro. Vedo donne che la società considera "di potere", donne che stanno al vertice di organizzazioni , sindacati, ministeri. Curiosamente, molte di queste donne hanno assunto col tempo dei tratti sempre più maschili. Ci sarà un significato dietro questo strano fenomeno? Vorrà forse dire che il potere, se espresso da una donna, dovrebbe seguire altre modalità? E che il destino si fa beffe di noi, quando imitiamo la modalità "maschile" anziché ascoltare il nostro essere per poterne esprimere una "femminile"? Non so. Posso solamente fare ipotesi. Vedo poi donne che hanno avuto il dono d'essere belle andar a dire in giro: "Non mi importa nulla della bellezza". Mi domando se sia necessario forse non averla, per realizzare quanto invece desideriamo esprimerla e generare piacere negli occhi di chi ci osserva. Un desiderio superficiale? Sarà. Tuttavia, è la realtà. E credo sia sempre meglio avere a che fare con i fatti, che con la nostra fantasia. Infine, vedo tante donne impegnate nel sociale e nei movimenti femministi trovarsi a rinunciare alla femminilità. Perché? Perché se si ritengono donne intelligenti devono necessariamente vestirsi come delle suore obbligate a nascondere il proprio corpo? Non possono andare di pari passo queste due forme di bellezza? Non è forse più completa una donna la cui presenza suggerisce nel contempo estrema femminilità e intrigante intelligenza? Non posso parlare di filosofia se ho una generosa scollatura e un abito che si stringe al mio corpo attraendo gli occhi verso la mia sensualità? Ecco, qui non c'è poesia. Non c'è poesia in noi donne, quando facciamo una scelta tra bellezza e intelligenza. Non c'è poesia quando un conturbante tacco 12 è considerato poco consono nella sezione di un partito "di sinistra". 

E c'è invece una dolce, toccante poesia nella scelta di suscitare piacere in chi  ci osserva su tanti fronti quante sono le nostre sfaccettature del nostro essere "femmine": affascinare le persone che abbiamo accanto perché esprimiamo, allo stesso tempo, una sensualità sempre più intensa ed una vivacità intellettuale da sballo. Perché stare in uno schema? Perché "non metto abiti così sexy" e perché "non parlo di letteratura"? Qualunque tipo di fisico tu abbia, vai alla ricerca di quel vestito che più ti aiuta a evidenziare la tua qualità femminile. E... Qualunque livello di istruzione tu abbia, scegli due o tre libri da leggere e lasciati affascinare! Descrivere le tue emozioni di lettrice non richiede di essere critici letterari! 

Non sono così saggia da poter regalare consigli. Ciò che ho scritto è in realtà solo l'augurio che faccio a me stessa e a tutte le donne: sempre più sensualità, sempre più intelligenza. Perché scegliere?     


È quando cerchiamo di esprimere entrambe che diventiamo esplosive! 



Commenti

  1. Nella società odierna sembra quasi che esista un rapporto di proporzionalità inversa tra i due concetti, che paiono allontanarsi sempre più fino a divergere completamente, come le lame di una forbice. Perché questo? Perché, ad esempio, secondo il "pensiero comune" è inconcepibile che una donna bella possa anche essere erudita. È una cosa talmente inculcata nella "cultura" e nei "detti popolari" che nei secoli l'hanno (quasi) resa vera. La donna può essere bambola, seduttrice, ammaliatrice (ma non ci vuole intelligenza anche per essere questo?) ma anche intelligente e colta allo stesso tempo no, è troppo. E se è troppo intelligente, proprio perché lo è, non si cura di cose "futili" come la sensualità e la bellezza, non sia mai! DEVE essere “racchia” e poco piacevole alla vista, perché non ha tempo per certe cose. La cosa triste è che alla fine ci hanno creduto anche le donne a questo "pensiero comune" e così, creature intelligenti e potenzialmente bellissime mortificano la loro sensualità reprimendola e cancellandola, perché altrimenti risulterebbero “poco credibili” e “meno intelligenti”. Allora, prima ancora di essere intelligenti e sensuali, cosa dobbiamo imparare ad essere noi donne? Li-be-re.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo con te, The17thJuly: prima ancora di esprimere la sensualità e l'intelligenza, come dici tu è necessario apprendere ad essere libere. Aggiungo solamente che... Per imparare ad essere libere, occorre prima di tutto accorgersi di non esserlo ancora. Di essere ancora lontane da noi stesse. Di non avere un contatto costante con la parte più autentica di noi, sepolta da una pioggia di nozioni, convinzioni e regole più o meno utili acquisite fin da bambine, fin da bambini. Come conquistare questo contatto? Come farsi strada attraverso le alte dune ormai create dal sedimentarsi di idee e convinzioni provenienti dal mondo in cui siamo cresciuti, ma non necessariamente fondate? Credo sia possibile solamente attraverso quella che viene chiamata "fisica interiore" (per chi non ha mai sentito quest'espressione, http://www.accademiahorus.it/portfolios/fisica-interiore/), una scienza preziosa, perché offre una tecnologia da applicare "all'interno", lavorando giorno per giorno su corpo, energia, emozioni e mente per arrivare poi a sfiorare (e, se avremo perseveranza, a conquistare) a quella che già in passato è stata chiamata "Quarta Sfera". Quella che io ho chiamato "parte più autentica di noi". Certo puoi rintracciare la Fisica Interiore in tutti i veri sentieri di ricerca di sé che hanno accompagnato la storia dell'essere umano, seppure percorsi da pochi. C'è però chi ha saputo adattarla all'uomo e alla donna di oggi ed io... Mi scopro sempre più spesso a desiderare che l'essere umano - io per prima - sappia accorgersene e trovare la forza per seguirla fino in fondo. Perché solamente quando saremo connessi con la visione chiara proveniente dalla parte più vera del nostro essere, potremo essere davvero liberi/libere. Sì: decisamente troverei molta poesia, nel volgersi dell'essere umano verso le scienze interiori. E, anzi, sono entusiasta di suggerire a chiunque legga questo blog un libro che per me è stato ed è molto prezioso, si intitola "Padroni del vostro destino", di Walter Ferrero e Andrea Di Terlizzi. E con ciò, possiamo dire che la Civetta Poetica ha inaugurato anche l'angolo delle letture consigliate! Grazie a The17thJuly per l'intrigante intervento.

    RispondiElimina
  3. Sara, a te non serve molta fatica per dimostrare di essere sensuale e di avere cultura. La bellezza e l'intelligenza, però, secondo me sono altro. E' illusorio pensare di poterle definire o inquadrare in qualche schema. Sono come ogni altra espressione dello spirito, che è libero di volare dove vuole e non ha padroni. Se ci si vuole avvicinare alla loro comprensione, a mio parere, la ricetta migliore è la semplicità e l'applicazione di quella che definisco l'espansione del cuore. Si tratta di un'apertura del pensiero e del sentimento che partendo dalla semplicità si traduce nella gioia persistente, qualunque cosa succeda e quali che siano le circostanze. La chiave di volta è l'amore disinteressato, cioè, l'esatto contrario del fondamento della nostra società, dove tutto si fa per avere in cambio qualcosa. Venendo ad argomenti più terreni, l'unica critica che mi sento di muovere al tuo bellissimo post è la necessità del tacco 12. Lo trovo scomodo, poco salutare e, soprattutto nel tuo caso, del tutto inutile. Sei bellissima comunque.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari