Quel diamante chiamato "femminilità"

 


Ad un amico che, qualche giorno fa, era positivamente sorpreso dell'elogio a Raffaella Carrà tessuto da me e altre mie amiche, ho risposto che, per me, la femminilità reale è qualcosa che non conosciamo ancora e che sta lì, "tutta da scoprire", sommersa, sotto secoli di condizionamenti (religiosi e non) in tutte le aree del pianeta.

Chissà cosa siamo, oltre quello che le varie società ci hanno insegnato a credere di essere. Chissà cosa vogliamo dagli uomini, oltre quello che le varie società ci spingono a chiedere (figli, legami strutturati in un certo modo, etc.). Chissà se davvero tutte cerchiamo una relazione di coppia o se alcune di noi sono piuttosto inclini ad una impostazione differente della vita sentimentale.
Insomma, chissà cosa siamo nel profondo, in quella parte di noi che sta oltre la femminilità come fatto culturalmente acquisito, che ha funzionato e funziona da limite alla possibilità di esplorare la propria natura in modo libero.
Certo, quel diamante chiamato "femminilità" ha tante sfaccettature. Ognuna di noi ne incarna alcune e non altre. Il punto è che spesso non siamo in grado di sentire e vedere quali sfaccettature sono più "nostre".
Non sappiamo distinguere tra un desiderio reale che viene dal profondo (ad esempio quello di avere un figlio) e ciò che invece a livello mentale siamo state condizionate a volere (il figlio che è obbligatorio avere).
E quante volte vorremmo esprimere una certa sensualità e desideri nascosti ma una voce interna ci dice: "No, meglio di no, potrei essere giudicata".
Ogni tanto, però, nascono donne che, misteriosamente, esprimono aspetti della femminilità che mai, in una certa società, qualcuno aveva osato far affiorare e portare avanti. Ed è grazie a loro che, all'improvviso, ricordiamo una sfaccettatura di quel "diamante originario" e pensiamo: "Però... Potrei provare a esprimerla anche io".
Nel caso di Raffaella Carrà è stato così. Che regalo, per le donne di un Paese ancora troppo incatenato a certe rappresentazioni cattoliche della donna ideale.
La femminilità è una ricerca. Più siamo cristallizzate in un ideale "acquisito" della stessa, meno ci possiamo muovere liberamente per sperimentare qualcosa di diverso, di più ampio, di ancora inesplorato.
Dell'ideale acquisito di cui parlo dovremmo essere consapevoli, ma non prigioniere. Dovremmo sentirci libere di "ascoltare" in noi se qualcosa va oltre quel modello. E dargli spazio. Provare a esprimerlo. Vedere cosa succede.
Chi, come ha fatto Raffaella Carrà negli anni Settanta e Ottanta , "scardina" certe idee della donna a cui di epoca in epoca ci viene chiesto di aderire, svolge un servizio importante . Non solo per le donne, ma anche per voi uomini, che siate mariti, fratelli, amici, compagni o qualsiasi altra cosa siate.

Più siamo libere di essere, più possiamo dare. Più stelle scopriamo oltre le nubi su cui hanno disegnato ciò che "dobbiamo essere", più luce possiamo offrire, a noi stesse, alle altre donne, agli uomini che incontriamo. 

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