AGGIUNGI UN POSTO AL PRIDE. CI SONO ANCORA DIRITTI DA CONQUISTARE. PER TUTTI

Foto dal sito blog.studenti.it
La Civetta oggi non ha avuto bisogno di andare a caccia di poesia: la giornata ne era costellata. Per accorgersene, bastava uno sguardo alle fotografie giunte dalle città italiane in cui hanno avuto luogo le Onda Pride, quelle coloratissime manifestazioni che mettono davanti ai nostri occhi una tra le più gravi mancanze della nostra società: il vuoto di diritti che impedisce alle persone lesbiche, gay, bisex, transgender e intersessuate di vivere in libertà ciò che sentono di essere, di sperimentare la bellezza di un sentimento senza il peso che deriva dalla necessità nasconderlo, di ricevere la stessa tutela riconosciuta alle coppie formate da un uomo e una donna. 
Un vuoto di diritti che riguarda solamente chi appartiene alla comunità Lgbti? Non credo. Ogni volta che anche un solo individuo vive la propria vita senza i diritti essenziali che pongono le basi per la ricerca della felicità, è l'intera società a risentirne.  
Foto dal sito genova.mentelocale.it


Nel corso della storia, tra guerre e inquisizioni, tra consuetudini che oggi etichetteremmo come "disumane" e persecuzioni di cui portiamo ancora il segno, l'essere umano ha vissuto una lenta e tormentata evoluzione interiore. 
Foto dal sito viaggi.libero.it
Una maturazione interna che è ancora in corso, come fosse quella di un giardino sconfinato che combatte per superare un lungo, gelido inverno e poter esprimere, a primavera, la magia di una distesa sconfinata di germogli che fioriscono. 

Da cosa nasce quest'evoluzione, cosa alimenta l'ardente fuoco che la nutre nei secoli? La libertà. La libertà di scegliere, nella nostra vita, le esperienze che più sentiamo di voler vivere. La libertà di immergerci in esse con passione, scoprendo giorno dopo giorno cosa ci piace, cosa ci attrae, cosa resta fermo all'interno mentre cambiamo città, lavoro, stile di vita o modo di vestire. Sì, perché c'è qualcosa che rimane fermo all'interno, qualcosa di più autentico che si nutre delle esperienze che viviamo. La famosa "parte più vera di sé" di cui la Civetta Poetica parla sempre nei suoi post. 
A volte la immagino come una stella offuscata da mille strati di nuvole, che brilla senza poter mostrare il suo scintillio.


Siccome però sono una Civetta ottimista, non posso fare a meno di domandarmi quale pioggia possa dissolvere quelle nubi e rivelare sempre più la stella che ciascuno di noi contiene, in tutto il suo splendore. La risposta che mi do, ha anch'essa a che fare con quella libertà di cui cantavo - ehm, scrivevo - qualche riga fa: l'unico modo per sciogliere quelle nubi sta nella possibilità di scegliere liberamente le esperienze che desideriamo vivere. Ascoltare ciò che sentiamo nel profondo, esprimerlo nella vita, scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo su noi stessi e poterlo offrire a chi abbiamo accanto. Ogni volta che questo avviene, cade uno dei veli di nubi che occultano la stella. 
Come è possibile però seguire questo sentiero di scoperta di sé, se la libertà non è realmente riconosciuta? Se anche quella forza che, come diceva qualcuno, "costruisce ponti tra cielo e terra" viene ingabbiata nel suo esprimersi? L'amore è l'unica speranza dell'essere umano. La paura, nella vita, riesce quasi sempre a renderci attenti solamente alle nostre necessità. Avete presente la magia dell'amore, invece? Avete presente quel qualcosa che, quando s'irradia, riesce a far diventare i bisogni e i desideri dell'altro mille volte più importanti dei nostri egoismi? Avete presente quell'alchimia che si manifesta quando il desiderio di prendersi cura di un altro essere fa superare quelli che sembravano limiti impossibili da varcare? 
Foto dal sito4frommi.wordpress.com 
Sei convinto di non farcela, in certi momenti, poi si forma l'immagine dell'altro dentro di te e scopri che avevi un vulcano di energia all'interno che ancora non conoscevi. Può questo essere ostacolato? Non se vogliamo evolverci. Non se vogliamo vedere la stella risplendere. Per questo oggi ho visto una intensa poesia, nelle Onda Pride. Perché ho la speranza che quella allegra danza di colori, di passione e di desiderio di esprimere la propria identità porti l'attenzione sui diritti che mancano , sulle possibilità negate, su quel condizionamento che porta ancora troppe persone a tracciare un'illusoria linea che distingue l'amore tra due persone dello stesso sesso da quello che unisce invece due individui di sesso differente. 
"Non rappresentano il tipo di famiglia in cui io vivo, per cui non ho interesse a difendere i loro diritti", mi ha detto un'amica qualche giorno fa. Io credo invece che, nel corso della storia, l'umanità abbia fatto dei passi avanti proprio quando qualcuno ha iniziato a combattere per i diritti calpestati di altri. Credo che nessuno potrebbe essere felice se la condizione per poter vivere il proprio amore fosse quella di essere obbligati a nasconderlo o di aspettarsi aggressioni dovute al fatto che non lo si è voluto nascondere. Credo che il matrimonio egualitario per cui le persone Lgbti si battono sia l'unico modo per estendere i diritti delle coppie eterosessuali a tutte le coppie. Sorrido con una certa amarezza quando sento frasi del genere: "Massimo rispetto per i diritti degli omosessuali, ma le adozioni sono solamente per le famiglie formate da un uomo e una donna". 
Le discriminazioni nei diritti sono sempre un ostacolo a quella libertà che è alla base della crescita interiore dell'individuo. Ed è solo grazie a quest'ultima che la nostra società può giungere a esprimere qualcosa di più luminoso.  Una cosa è certa: per il momento, è ancora piuttosto oscura. E l'unico modo per restituirle luce, è scoprire le "stelle" che ogni singolo cuore cela. Conquistando tutta la libertà che ancora ci manca. 




















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